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Le Meditazioni di eVangelo

Le Meditazioni di eVangelo

Il fallimento umano il successo di Cristo (Mr 9:14-29)

La vita cristiana è fatta di momenti contrastanti, a volte si incontrano “luoghi montuosi” altre volte “valli profonde”, proprio come disse Mosè: “…il paese di cui andate a prendere possesso è paese di monti e di valli” (1). Il credente si può trovare, in rapida sequenza, ora sulle vette della gloria, ora nella valle del combattimento e della prova; ciò che ! conta è che in entrambi i luoghi vi sia la presenza di Cristo. Gesù, tornato con i tre discepoli dal Monte della Trasfigurazione, trovò, “a valle”, gli altri nove alle prese con un ragazzo indemoniato che non erano riusciti a liberare. La scena che si apre dinanzi a noi suggerisce tre importanti considerazioni: il grande bisogno che ha l’uomo, la sua incapacità di risolverlo, la potenza che viene dalla fede in Cristo Gesù. Il bisogno enorme ed urgente dell’uomo è personificato da questo giovane muto e sordo che il diavolo cercava in ogni modo di portare alla distruzione. li peccato rende l’uomo incapace di parlare con Dio e di ascoltarlo. La comunione che dovrebbe regnare fra Dio e l’uomo è compromessa ed il diavolo fa di tutto per peggiorare la situazione. Questa realtà è resa ancora più opprimente dall’impossibilità dell’uomo stesso di porvi rimedio: “…difatti, io so che in me, vale a dire nella mia carne, non abita alcun bene” (2). Ma se da un lato l’espressione che esce ! dalle labbra dei discepoli rivela l’incolmabile abisso della debolezza umana, dall’altro lato manifesta il germinare di una preghiera affinché Dio intervenga ed operi. L’uomo, sperimenta ancora oggi, la grande amarezza della sconfitta, e va ripetendo: “non abbiamo potuto cacciar via: la guerra, la malattia, gli odi razziali, la violenza ed ogni forma di ingiustizia che regna nell’uomo e nella società”. Gli uomini sono riuniti, per infierire sul fallimento ora dell’uno ora dell’altro sistema. Ma ecco che sopraggiunge Uno che rompe quel macabro concistoro: “fino a quando vi sopporterò o generazione incredula? Fino a quando sarò io con voi?” E proprio lì, in quella “valle”, dove l’uomo si sente più che mai solo e povero, lì dove finalmente confessa la propria incapacità, lì dove si manifesta il suo fallimento, Gesù Cristo rivela la Sua potenza all’uomo che si umilia e lo implora con fede. 1) De 11:11 2) Ro 7:18

Dio ti benedica!

“Egli non ci ha trattato secondo i nostri peccati, né ci ha retribuiti secondo le nostre iniquità” (Salmo 103:10)


Pensa a come ogni peccato rappresenti un’offesa alla maestà dell’Altissimo, come equivalga a rivendicare un’arrogante indipendenza, al credere alla bugia del diavolo: “Sarete come Dio”. Noi, creature del Signore, che dipendiamo dalla Sua abbondanza per il cibo, per il respiro e per ogni altra cosa, a volte ci illudiamo di poterci svincolare dalla Sua autorità. Possiamo pensare che l’uomo sia da commiserare: un essere da nulla, privo di sapere, la cui debolezza e follia sono gli unici argomenti che possono essere invocati a propria difesa. Eppure Dio ci ama lo stesso! Egli è stato offeso, disonorato, rattristato, e tuttavia vuole salvarci! Questo è amore! Infatti, “Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom. 5:8). Il peccato ci contamina, privandoci della dignità e della maestà che ci sono provenuti dal tocco della mano di Dio quando Egli ci coronò di gloria e di onore: il peccato pervade la mente e il cuore, colmandoli di tutto ciò che è abominevole agli occhi del Signore, tre volte santo. Ci si potrebbe inginocchiare, per chiedere di non infierire su una creatura tanto misera: eppure il vero amore va oltre, desideroso più d’ogni altra cosa di benedire e di salvare: “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità … e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato” (I Giov. 1:9, 7). Il Signore brama ancora arricchirci e nobilitarci, perché non può dimenticarsi di noi, né abbandonarci. La Sua misericordia dura in eterno. Quanti insulti, offese, affronti, dimenticanze, rifiuti e dubbi crudeli! La Sua misericordia non viene meno nel tempo, nonostante la nostra condotta. Egli si rivela paziente, si abbassa, affrontando ogni umiliazione pur di aiutarci. Si espone alla vergogna e all’agonia, fino alla maledizione della croce, per poterci salvare: Il Signore ci tratta secondo le Sue compassioni e non secondo i nostri peccati.

© – 1988 Assemblee di Dio in Italia