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Le Meditazioni di eVangelo

Camminare nella luce

“E Dio disse: “Sia la luce!” E la luce fu” (Ge 1:3) “Già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Conducetevi come figliuoli di luce” (Ef 5:8) Paolo menziona questo versetto della Genesi, quando afferma che: “L’Iddio che disse: splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendé nel ! nostro cuore affinché noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo”. Egli sembra ritornare alla sua esperienza di conversione, a quella straordinaria visione sulla via di Damasco, quando risplendé la luce ed egli vide il volto del Signore Gesù. Paolo cercava di opporsi ad ogni evidenza, era come se stesse passando attraverso l’esperienza del caos primigenio, ma fu proprio in quel momento indimenticabile che Dio disse: “Sia la luce!”. Guardando in alto, egli vide la luce della gloria di Dio riflessa in quel caro volto, che lo stava osservando con amore ineffabile. La vita scaturiva dalla morte; la luce sostituiva le tenebre, e la pace scacciava l’ultima ombra della tempesta. Questo è da sempre il risultato finale e il punto saliente dell’opera dello Spirito Santo nel nostro cuore. Egli ci fa uscire dalle tenebre; porta con Sé le cose di Cristo e ce le mostra. Il Suo scopo è di glorificare il nostro Salvatore e di fare ! di Lui l’Alfa e l’Omega della nostra fede, mentre proseguiamo il cammino nella luce. Quando ero in Tasmania, mi venne mostrata un’immensa catena montuosa sulla quale vi era un grande lago, che misura circa 245 Km di circonferenza. L’emissario dava origine ad un’altissima cascata, dalla quale si poteva ricavare energia elettrica, in grado di rifornire le industrie e gli abitati di una vasta regione. Ogni volta che ci ripensavo, mi sembrava, che quel grande lenzuolo d’acqua assomigliasse all’amor di Dio, nel suo desiderio di aiutare l’umanità. Mi pareva che la discesa della cascata potesse illustrare l’incarnazione del nostro Salvatore, e che la corrente elettrica, invisibile ma potente, fosse una figura dello Spirito Santo, che porta al nostro cuore la Luce e la Potenza della natura divina. La lezione appare chiara: come lo scienziato mette a punto una macchinario in grado di trasformare quell’energia in corrente elettrica, così noi dobbiamo imparare ad adattarci per ricevere e! trasmettere la potenza e la luce di Dio, che giungono a noi attraverso la nostra unione con Gesù e per la virtù dello Spirito Santo.

Dio ti benedica!

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Custoditi da Gesù Cristo

“Giuda, servitore di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, ai chiamati che sono amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo” (Giuda 1) Il termine custodire risuona come un ritornello lungo l’intera epistola. Essa indi[ ca una potenza che scaturisce dalla volontà divina e opera dentro di noi attraverso l’energia dello Spirito Santo. Dietro la nostra volontà, le nostre scelte e le decisioni; dietro tutti i condizionamenti che dobbiamo subire, c’è un movimento divino e misericordioso, in virtù d! el quale il nostro cuore viene custodito in modo che l’amore del Signore possa scorrere dentro e fuori di noi. La nostra immaginazione e fantasia vengono custodite, affinché Egli possa utilizzarle come fece attraverso Bunyan e Rutherford. Il nostro corpo viene custodito in maniera che Egli possa utilizzarne tutte le membra: un vaso destinato all’uso dal Maestro! Per realizzare il proposito divino in virtù del quale siamo nati di nuovo e mandati a servire il mondo. Per quanto ci concerne, esiste sempre la possibilità di allontanarci dalla protezione del Signore. Dimorate pertanto nell’amore di Dio! Hai la luce? Segui il bagliore! Sei in mezzo alla corrente? Non farti travolgere da un turbine improvviso! Vieni usato da Dio? Sottomettiti a Lui, affinché dopo aver predicato agli altri tu stesso non sia riprovato. Soltanto Uno è in grado di preservarci dalle cadute, non soltanto internamente, attraverso una ferma determinazione, ma anche esternamente, per mezzo di sentinelle che fa! nno la guardia e vigilano su di noi. Siamo più importanti dei mondi e dei soli, maggiori del tempo e dello spazio, più dell’universo in cui siamo stati proiettati, proprio come il bambino è più importante del palazzo reale, e tutto questo perché siamo stati amati da Dio. Siamo “custoditi da Gesù Cristo”; non riveliamoci ingrati o negligenti affinché, per tutte le epoche, questa preghiera non cessi mai di elevarsi dal cuore del nostro Redentore: “Io non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno”

Dio ti benedica!


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Falsi testimoni(Mr 14:53-65)

Dopo aver arrestato Gesù le autorità religiose si affannarono per trovare delle valide accuse nei Suoi confronti. Furono convocati i capi sacerdoti, gli anziani e gli Scribi, che costituivano i tre grandi ordini del Sinedrio, rappresentante il potere religioso e civile della nazione. I capi sacerdoti erano consapevoli di non poter condannare Gesù senza delle accuse precise, ma non ne ! avevano. Cercavano delle testimonianze per condannarLo a morte, ma non ne trovavano. Gesù era stato per circa tre anni fra la folla “andando in giro facendo del bene”(1). Aveva guarito malati, liberato indemoniati, dato la vista ai ciechi, risuscitato i morti. Pertanto non c’era persona fra il popolo che potesse dire qualcosa di male nei Suoi confronti. Si presentarono dei falsi testimoni, ma la loro deposizione, non risultava credibile e per di più si contraddicevano a vicenda. È straordinario l’impegno e l’accanimento delle autorità del Sinedrio nel voler condannare Gesù a tutti i costi. La stessa insistenza il diavolo l’ha manifestata verso i figlioli di Dio nel corso dei secoli, e ai nostri giorni questo accanimento non è certo venuto meno. Il triste periodo dell’Inquisizione insegna fin troppo bene come, nascondendosi dietro il nome di Cristo, fosse possibile abbandonarsi alle azioni più brutali e ignominiose. Quante volte ebbe a ripetersi l’episodio del sommo sacerdote c! he chiedendo a Gesù se fosse il Cristo e sentendo la Sua risposta affermativa, disse: “Ha bestemmiato!”? La verità annunciata da Gesù non poteva essere intesa ed accettata da chi era disposto ad ascoltare falsi testimoni pur di condannare il Figliolo di Dio. Dio ci liberi da quanti, fuori della chiesa, ma soprattutto nella chiesa stessa sono portatori di menzogne e testimoni del falso per portar scompiglio e disordine nella famiglia del Signore. Non dimentichiamo mai che “Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui poiché il tempio di Dio è santo” (2). 1) At 10:38 2) 1 Co 3:17

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Miracoli moderni

“E molti vennero a lui, e dicevano: Giovanni, è vero, non fece alcun miracolo; ma tutto quello che Giovanni disse di quest’uomo, era vero. E quivi molti credettero in lui” (Giovanni 10:41, 42) La gente era incline a sminuire il valore della vita di Giovanni Battista perché non aveva operato miracoli. Ma certamente la sua intera esistenza era un miracolo; dall’inizio alla fine vibrò per mezzo della potenza divina. Questo è ancora oggi un errore in cui incorrono molti uomini. Sostengono che l’età dei m! iracoli sia finita. Se ammettono che tali prodigi possono essere stati operati un tempo, insistono nel sostenere che il mondo li abbia messi da parte e che, nella sua maturità, il genere umano se ne sia sbarazzato come cose da bambini! Non c’è nessun miracolo! Ma la scorsa estate Dio ha prodotto manciate di grano, che i contadini lanciarono in parte sui campi, e che sono sufficienti a nutrire tutte le popolazioni del mondo. Tutto questo con la medesima facilità con cui Egli con solo cinque pani d’orzo seppe sfamare più di cinquemila persone! Nessun miracolo! Ma l’autunno che è appena passato ha saputo trasformare la rugiada della notte e le ombre del giorno in frutti che rallegrano il cuore dell’uomo, come quella volta in Cana in cui Egli mutò l’acqua delle giare in vino scuro! Nessun miracolo! Ma la prossima primavera, con dei semi minuscoli e dei bulbi che sembrano morti, Egli rivestirà il mondo con la bellezza, il colore e il profumo. Molti lettori penseranno che queste rig! he non siano in grado di operare miracoli. Per la monotonia dei luoghi comuni a cui ricorrono. Il cielo grigio della routi ne piatta sembra essere il loro destino prestabilito. Ma fatevi tutti coraggio! La reale bellezza della vita è alla vostra portata, se soltanto la rivendicate per la grazia di Dio. Non cercate di fare una cosa grande, altrimenti guasterete tutta Ia vostra vita aspettando quell’opportunità che potrebbe non arrivare mai. Ogni azione, per quanto banale, riceve il riconoscimento immediato ed infine un’ade guata ricompensa da parte di Cristo. Tutta la vita è estremamente interessante, ma abbiamo bisogno di occhi per vedere e cuori per comprendere! Osa essere un seguace di Gesù semplice, umile e sincero, e si potrà dire anche di te: “Lui o lei non ha operato miracoli ma la sua vita e le sue parole ci hanno parlato di Gesù Cristo, e Lo abbiamo sperimentato personalmente. Queste ci hanno condotto realmente a credere in Cristo”.

Dio ti benedica!

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Moderare le parole (Pr 17)

Leggendo attentamente gli ultimi due versetti del testo ci si rende conto dell’importanza di avere un linguaggio moderato. È difficile incontrare qualcuno che ammetta apertamente di parlar troppo e alle volte a sproposito. Vale sempre la regola generale secondo la quale: “nella moltitudine delle parole non manca la colpa”(1). Gesù disse che gli uomini dovranno rendere conto anche “di una! sola parola oziosa” (2). Un moderno scrittore statunitense disse: “un americano medio dice ogni giorno circa 30.000 parole, l’equivalente di un libro di non apprezzabili dimensioni”. Non sono soltanto gli americani a detenere questo record. Il Signore ci ha fatto due orecchie ed una bocca: è saggio chi mantiene queste proporzioni nel rapporto tra le cose dette e quelle udite. Di solito la solidità della mente si misura dalla sobrietà delle parole. Sarebbe meraviglioso se tutti aprissero la loro bocca soltanto quando la parola è preferibile al silenzio. Il bellissimo brano di Giacomo (3) ci fa comprendere tutta l’importanza di un retto e moderato uso della parola. Se lo si legge attentamente si noterà che il difetto della loquacità non è poi una mancanza di poco conto: può infatti segnare la rovina di una persona. È importante riflettere prima di parlare! La parola può benedire o maledire, umiliare o innalzare, infondere vita o spingere alla morte, lodare Dio o offenderLo. Un ! cristiano maturo si nota anche dal modo in cui si esprime. Un modo appropriato di usare la parola è quello di lodare ed innalzare il Signore. Studiati di eccellere in questa disciplina e le tue parole porteranno sicuramente del frutto nella tua vita e contribuiranno ad onorare il Signore. 1) Pr 10:19 2) Mt 13:26 3) cfr. Giacomo 3:1-12

Dio ti benedica!

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Una vita benedetta

“Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi… Ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e su quella legge medita giorno e notte” (Sl 1:1, 2) Il tema di questo primo Salmo è la benedizione di riuscire a conservare “la _ Legge”: la trascrizione della volontà di Dio nella propria mente. Davide non si stancava mai di lodare il Signore, dichiarando: “Oh, quanto amo la tua legge!! È la mia meditazione di tutto il giorno”. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno oggi è un amore appassionato per la volontà e per i comandamenti di Dio. Essere disposti ad imparare e avere la fede per praticare la Parola di Dio, sono i due presupposti irrinunciabili in forza dei quali il nostro cuore può essere conservato puro come quello di un bambino, e mediante i quali potremo comprendere la Bibbia, la natura e la vita umana. Il salmista, che rileva l’importanza dell’ubbidienza alla Legge di Dio, può, con buona ragione, iniziare il Salmo con “Beato” e terminarlo con “Alleluia!”. Viene descritto inizialmente ciò che l’anima leale e sincera respinge con forza. Se rifiutiamo di camminare secondo il consiglio degli empi, non ci sederemo mai al banco degli schernitori. Ma questi dinieghi hanno valore soprattutto perché contribuiscono agli aspetti positivi, come il muro protegge la pianta che cresce dietro ad esso. La nostra vita spirituale dev’essere alimentata da fonti nascoste, pr! oprio come le piccole radici dell’albero si estendono nel sottosuolo per attingere l’acqua del torrente (v 3). Una vita così diventa fruttuosa e bella. E inevitabilmente una vita che prospera, poiché dimora stabilmente nella volontà di Dio. Non può essere danneggiata dal male e, nel senso più profondo, essa realizza il proponimento in vista del quale Dio l’ha designata. Ogni vita che rifiuta di rispettare e di ubbidire alla volontà divina assomiglia a quella pula senza radice, infruttuosa e priva di vita che viene portata via dal vento. La tua vita a quale tipo appartiene? Sei un albero ben radicato, che porta frutto e offre un sicuro riparo, oppure la tua vita è destinata ad essere gettata via come pula priva di valore?

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L’uso devoto delle scritture

“La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero” (Sl 119:105) In ogni versetto del Sl 119 l’autore menziona le Scritture, con una sola eccezione e la citazione costante dell’Antico Testamento da parte del nostro Signore e dei Suoi apostoli offre una prova ! evidente di amore e di riverente comunione con i santi uomini delle epoche passate, che scrissero e parlarono perché mossi dallo Spirito Santo. È interessante notare come il Signore Gesù, in occasione della tentazione, in ogni Suo insegnamento e di fronte all’agonia della Croce, testimoniasse continuamente dell’esclusiva autorità della Parola di Dio trasmessa attraverso i santi dell’Antico Testamento. Potremmo conoscere Dio, dice il salmista, mediante una triplice rivelazione. Sebbene non dispongano di una voce udibile o un di un linguaggio del tutto decifrabile, i cieli dichiarano la gloria di Dio e il firmamento, trapunto di miriadi di stelle, mostra l’opera delle Sue mani. Sebbene non parlino, le loro parole testimoniano di Lui fino alle estremità della Terra. La strofa conclusiva di questo Salmo meraviglioso rivela l’opera della mano di Dio nell’edificazione e nella direzione della nostra natura morale. Tra questi due punti il salmista esalta le Scritture con dieci similit! udini dense di significato e la benedizione deve essere davvero straordinaria poiché non dipende dal loro soddisfacimento. L’anima che ha bisogno di ristoro; il semplice che diventa saggio; il cuore triste che si rallegra; gli occhi che si illuminano; l’anima che desidera la verità; il desiderio di sincerità; la ricerca di comprensione e di giustizia: tutti questi bisogni e molti altri ancora vengono soddisfatti da una lettura devota delle Sacre Scritture. Tutti i grandi ministeri che sono si sono alimentati nel corso degli anni, hanno dimostrato quanto sia fondamentale attingere dalla ricchezza inesauribile dell’insegnamento e dell’ispirazione che si trovano nella Bibbia: “La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente; ammaestrandovi ed ammonendovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni, e cantici spirituali” (Col. 3:16)

Dio ti benedica!


Cibo per la mente..

Quando un’anima si abbandona a Dio.

Dio non lo abbandonerà

Un uomo umile ha un vantaggio sull’uomo orgoglioso:

non può cadere.

L’orgoglio è il tormento del peccatore,

ma l’umiltà è l’ornamente  dei santi.

Meglio è il peccato che umilia

che il dovere che mi inorgoglisce.

Dio cerca persone ordinarie

per un lavoro straordinario.

Molti sono umilati ma non umili:

bassi, ma non abbassati.

Una persona ti è veramente amica nella misura in cui ti avvicini a Dio.

Chi non ha una visione dell’eternità,

non ha un buon controllo del tempo…

Dio ti benedica.